Diete personalizzate per:
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sovrappeso e obesità nell’adulto e nel bambino
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sindrome metabolica
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dislipidemie
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diabete
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malattie cardiovascolari
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ipertensione arteriosa
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disturbi gastrointestinali
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nefropatie ed epatopatie
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iperuricemia
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calcolosi
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osteoporosi
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gravidanza e allattamento
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alimentazione vegetariana
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nutrizione nell’attività fisica e nello sport
Il tessuto adiposo rappresenta il principale deposito di grasso (sotto forma di trigliceridi) dei mammiferi, uomo compreso. È costituito dall’insieme di numerose cellule, chiamate adipociti. I lipidi immagazzinati nel tessuto adiposo sono in parte di origine alimentare (esogena) ed in parte di derivazione endogena (vengono formati all’interno degli stessi adipociti, grazie alla trasformazione chimica di altre sostanze come il glucosio).
Al di sotto della pelle gli adipociti si raggruppano a formare uno strato più o meno spesso, comunemente chiamato tessuto adiposo sottocutaneo.
Lo spessore e la distribuzione del tessuto adiposo sottocutaneo è differente nei due sessi. Nelle donne, per esempio, la massa adiposa è generalmente concentrata nelle anche, nelle natiche, nelle cosce e nell’addome al di sotto dell’ombelico (distribuzione di tipo ginoide). La natura ha, infatti, saggiamente voluto che le scorte lipidiche fossero distribuite in zone essenziali per portare a termine la gravidanza anche in condizioni di carestia.
Negli uomini prevale una distribuzione di tipo androide (massa adiposa concentrata nel viso, nel collo, nelle spalle e soprattutto nell’addome al di sopra dell’ombelico).
L’entità delle masse adipose dipende anche dallo stato di nutrizione: aumenta in caso di eccessiva assunzione calorica (sovrappeso e obesità) e diminuisce in presenza di deficit nutrizionali cronici. Infine, nelle società del benessere, il tessuto adiposo è generalmente superiore negli anziani rispetto agli adolescenti ed ai giovani adulti.
Se l’accumulo di grasso, soprattutto quello a livello dell’addome (grasso viscerale), è eccessivo, si presenta il problema dell’obesità e con essa emergono nuovi rischi per la salute in generale. Infatti, il grasso in eccesso influisce in modo negativo sull’equilibrio ormonale dell’organismo.
L’obesità, ed in particolar modo l’obesità viscerale, incide sui fattori di rischio cardiovascolare come:
l’ipertensione
la diminuzione delle HDL (colesterolo buono) e aumento delle LDL (colesterolo cattivo)
elevati livelli di trigliceridi
alterazione della glicemia
Questi fattori, anche se solo lievemente alterati, insieme all’obesità viscerale causano la sindrome metabolica, una condizione che, di per sé, costituisce un rischio cardiovascolare reversibile.
L’aumento di peso è correlato con l’aumento dell’incidenza del diabete di tipo 2. Infatti, nelle persone obese il diabete è fino a tre volte più frequente.
L’obesità aumenta il rischio di sviluppare anche altre malattie:
alcuni tipi di tumore (cancro alla mammella e al colon)
alcune patologie alle articolazioni (osteoartrite)
malattie respiratorie
russamento ed apnee notturne
diminuzione della fertilità nella donna
disfunzione erettile
ernie addominali
insufficienza renale cronica
malattie della cistifellea e calcolosi
problemi epatici (tra cui steatosi)
aumento del rischio di complicazioni in caso di interventi chirurgici
Inoltre, è stata riscontrata una relazione tra sintomi depressivi ed obesità: le persone in sovrappeso o obese o affette da Sindrome Metabolica sembrano sviluppare più facilmente sintomi depressivi.